Con una comunicazione a tutti gli host, Booking ha annunciato che dal 1° gennaio 2024 inizierà a fare da sostituto di imposta e tratterrà le ritenute per la cedolare secca. Il portale scrive che lo fa in base alla nuova legge di bilancio del governo italiano, ma in realtà a oggi la Legge di Bilancio non è ancora stata approvata, e come ben sa Airbnb questo obbligo esiste dal 2017. In ogni caso è evidente che, dopo la maxi multa ad Airbnb, anche la più grande piattaforma di ospitalità alla fine non può fare altro che adeguarsi alla legge italiana. Quando la Legge di bilancio verrà approvata, quello che potrebbe invece succedere è che l’aliquota della cedolare venga innalzata dal 21 al 26%, ma solo dalla seconda casa in poi, o almeno questa è la versione che per ora è stata approvata in Commissione Bilancio e contro cui diverse associazioni, tra cui Aigab, stanno protestando. Il presidente di Aigab Marco Celani ha detto: “Bocciamo in toto l’innalzamento della cedolare secca al 26%, seppur con lo “sconto” al 21% sull’aumento per alcuni casi specifici, perché si tratta di un intervento fortemente ideologico, depressivo da un punto di vista economico e volto a scoraggiare chi ha voglia fare impresa in questo Paese. Nel complesso questo aumento è un pasticcio che complicherà la vita a chi si comporta onestamente scoraggiando ristrutturazioni e investimenti su seconde case, senza alcun impatto positivo rilevante per il fisco”.
Tornando a Booking, di seguito il messaggio che hanno ricevuto gli host:
Il portale spiega anche a chi farà le trattenute: intanto solo a chi utilizza il servizio di pagamento di Booking. Il motivo è molto semplice e spiega anche perché per gli anni passati Airbnb è stato multato e Booking no. Il portale è obbligato a trattenere il 21% dei pagamenti che gestisce, ma se viene solo usato come servizio di prenotazione, succede che non c’è passaggio di denaro e il 21% di zero è sempre zero. Airbnb invece obbliga sempre ad effettuare il pagamento e non prevede il pagamento in struttura.
In secondo luogo Booking ha inviato la comunicazione a chi non ha inserito il numero di partita iva perché si suppone non sia imprenditoriale. Per questo chi ne ha una e non lo ha comunicato, deve farlo al più presto o rischia l’addebito dall’anno prossimo. In secondo luogo bisogna avere una locazione turistica, quindi non offrire alcun servizio extra e affittare al massimo quattro unità immobiliari, dato che dalla quinta si viene considerati imprenditori. Booking richiederà inoltre anche i dati di registrazione catastale di almeno uno degli immobili inseriti sul portale.
Come funzionerà la riscossione di Booking
Booking, come gli altri portali, sarà responsabile della riscossione per i soggiorni fino a un massimo di 30 giorni: il calcolo della cedolare secca al 21% verrà fatto sul valore totale delle prenotazioni il cui pagamento è facilitato con il servizio Pagamenti tramite Booking.com (escluse altre tasse come l’IVA e la tassa di soggiorno). Booking verserà questa imposta alle autorità fiscali italiane per conto degli host mensilmente. Booking inoltre invierà anche una certificazione annuale con l’indicazione dell’importo totale della cedolare secca che abbiamo riscossoe versato per conto dell’host entro tre mesi dalla fine dell’anno civile (31 marzo). Si potrà utilizzare questa certificazione per recuperare tale importo alla presentazione della dichiarazione dei redditi.
Come aggiornare il numero di Partita IVA su Booking.com in 5 step
- Accedi all’extranet
- Vai alla sezione Contabilità
- Clicca su Informazioni sulla partita IVA o su Impostazioni contabilità, Dati IVA e poi su
- Modifica dati
- Inserisci o modifica il numero di partita IVA