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2020: presenze dimezzate, ma l’extralberghiero perde meno (e recupera a settembre)

Nel 2020, a seguito della pandemia da Covid-19, in tutti i Paesi europei i flussi turistici hanno subito un profondo shock.
I dati provvisori del nostro Paese, relativi ai primi nove mesi del 2020, sono in linea con il trend europeo (-50,9% rispetto allo stesso periodo del 2019, con quasi 192 milioni di presenze in meno) ed evidenziano l’entità della crisi del turismo interno generata dall’emergenza sanitaria, dopo anni di crescita costante del settore.

Nel dettaglio, dopo un buon mese di gennaio, nei mesi del lockdown (in particolare, dall’11 marzo al 4 maggio) la domanda quasi si azzera e le presenze nelle strutture ricettive sono appena il 9% di quelle registrate nello stesso periodo del 2019.
Nel mese di giugno 2020, in seguito alla possibilità di ripresa degli spostamenti interregionali, i flussi turistici iniziano timidamente a risalire; tuttavia, le presenze totali rappresentano appena il 21% di quelle registrate nello stesso mese del 2019: la perdita di presenze rimane particolarmente alta per la componente straniera (-93,1%) rispetto a quella domestica (-63,3%).


Il trimestre estivo (luglio, agosto e settembre) vede un recupero parziale, in particolare nel mese di agosto. La ripresa è decisamente più robusta per la componente domestica nazionale mentre risulta molto limitata, anche nel mese di agosto, per quella estera. Nel trimestre luglio-settembre, infatti, le presenze totali sono pari a circa il 64% di quelle registrate l’anno precedente, con una perdita di più di 74,2 milioni di presenze, ma con performance delle due componenti fortemente divergenti: i pernottamenti dei clienti italiani raggiungono poco più dell’86% di quelli rilevati lo scorso anno, quelli relativi ai clienti stranieri appena il 40%.

Il comparto alberghiero è quello in maggiore sofferenza: le presenze registrate nei primi nove mesi del 2020 sono meno della metà (il 46%) di quelle rilevate nel 2019, mentre quelle del settore extra-alberghiero il 54,4%. Nello specifico, nel trimestre estivo le flessioni sono pari, rispettivamente, a -39,7% e -31,1%.

L’estate dei flussi turistici domestici e delle scelte alternative

Nel trimestre estivo del 2020 i clienti italiani che hanno soggiornato nelle strutture ricettive del Paese sono circa l’86% di quelli dell’estate precedente in termini di presenze. La diminuzione di questa componente della domanda è più contenuta nei mesi di agosto (-6,7%) e settembre (-7,8%).
Le strutture ricettive extra-alberghiere subiscono un calo delle presenze domestiche pari a -4,8% ad agosto, ma registrano un recupero e addirittura un aumento, rispetto all’anno precedente, nel mese di settembre (+4,5%). Gli esercizi alberghieri, invece, subiscono di più la frenata del turismo domestico (-8,1% ad agosto e -13,9% a settembre).
Il differente andamento delle diverse tipologie di strutture ricettive riflette la scelta delle mete turistiche dei clienti italiani nell’estate 2020. La preferenza dei turisti italiani, infatti, si indirizza, più che in passato, sulle località montane, le quali ad agosto raggiungono gli stessi livelli dello scorso anno (-0,4% di presenze di clienti residenti) e soprattutto sui comuni a vocazione culturale, storico, artistica e paesaggistica, che registrano addirittura un incremento (+6,5%) rispetto al 2019 (unica variazione positiva registrata).
Le stime a livello regionale confermano questa preferenza: incrementi delle presenze dei clienti italiani si verificano solo in Umbria e nella Provincia autonoma di Bolzano (entrambe con valori intorno al +15% rispetto al 2019); valori negativi, ma migliori della media nazionale, si registrano solo in Veneto, in Friuli Venezia Giulia, nelle Marche, in Molise e nella Provincia autonoma di Trento.
Ciò sembra indicare che ad agosto 2020 la scelta degli italiani si sia orientata più verso destinazioni meno consuete, presumibilmente meno affollate e con una più ampia ricettività di tipo extra-alberghiero (agriturismi, open air, ecc.) a discapito delle destinazioni estive più tradizionali, ossia le località balneari e le grandi città, solitamente caratterizzate da un maggior affollamento.

Principalmente tedeschi i clienti stranieri nell’estate 2020

Nonostante la riapertura delle frontiere dopo il lockdown, le presenze di stranieri continuano a registrare flessioni molto negative, con un trimestre estivo che riesce a realizzare solo il 40% delle presenze di clienti stranieri rilevate nel 2019.
Dei turisti stranieri presenti nel trimestre estivo del 2020, quasi la metà (47,4%) è rappresentata dai tedeschi (storicamente i principali clienti esteri delle strutture ricettive italiane); seguono i clienti provenienti da Svizzera e Liechtenstein (con una quota dell’8,6%), Paesi Bassi (8,0%), Austria (6,8%) e Francia (5,6%). Praticamente nulle le presenze dei clienti provenienti dagli Stati Uniti (0,7%) che erano una delle prime tre nazionalità di provenienza della clientela estera.
Anche per i clienti stranieri, così come per quelli italiani, nei mesi estivi si registrano cali minori nelle strutture extra-alberghiere (-53,6% delle presenze) rispetto a quelle alberghiere (-65,6%).

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Redazione Extralberghiero.it

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