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Airbnb: parte dalla Svezia la nuova inchiesta fiscale sugli host

Written by Sergio Lombardi

Molti host italiani sotto accertamento per redditi non dichiarati. Le contestazioni risalgono anche al 2015 e provengono da un’inchiesta del fisco svedese. Ecco come comportarsi

Un’inchiesta fa tremare gli host italiani: molti sono sotto accertamento fiscale per non aver dichiarato, del tutto o in parte, i propri redditi prodotti su Airbnb.
Tutto nasce da una inchiesta della Skatterverket, l’autorità fiscale svedese, che ha riscontrato negli ultimi anni un ampio tasso di evasione sui redditi da locazione. Oltre a introdurre il ravvedimento dal 2012 e una esenzione dalle tasse in Svezia fino a un reddito di 40mila corone svedesi (circa 3.900 euro), sono stati rafforzati i controlli sui portali turistici. Nell’ambito di questi controlli, è emerso che molti svedesi non hanno dichiarato i loro redditi Airbnb, ed in particolare la quota pagata attraverso le carte di debito prepagate Payoneer, modalità di pagamento Airbnb ammessa anche per gli host italiani da alcuni anni.

La Payoneer è una startup finanziaria che opera in più di 200 Paesi, effettuando transazioni in 150 diverse valute. Dopo una fusione dal valore di 3,3 miliardi di dollari con il fondo FTAC Olympus, la Payoneer si è quotata a giugno 2021 al Nasdaq.
Payoneer (EU) Ltd, la società del gruppo che gestisce i pagamenti in Europa, ha sede a Gibilterra, paradiso della finanza offshore con più società registrate che abitanti. Per la cronaca, Gibilterra è anche nella black list italiana, perché ha un regime fiscale privilegiato e non è previsto alcun meccanismo di scambio di informazioni fiscali con l’Italia.

Nonostante ciò, Gibilterra è stata collaborativa con la Svezia, fornendo le informazioni su tutte le transazioni accreditate da Airbnb sulle carte Payoneer, e sui titolari dei redditi da locazione. Le informazioni ricevute dal fisco svedese riguardano anche i contribuenti italiani con carta Payoneer su Airbnb e quindi, nell’ambito della cooperazione fra stati UE (programma Fiscalis), sono state condivise con l’Agenzia delle Entrate italiana.

L’INCHIESTA ITALIANA
Gli host che hanno presentato dall’anno d’imposta 2015 delle dichiarazioni incomplete o che non le hanno presentate del tutto, hanno ricevuto dall’Agenzia delle Entrate italiana un questionario per giustificare i redditi non dichiarati.
Questo è stato solo il primo atto di un numero importante di accertamenti, che sono attualmente in corso.

SANZIONI
Al posto delle sanzioni ordinarie al 30%, si applicano le sanzioni speciali per le dichiarazioni omesse, che vanno dal 120% al 240% delle imposte dovute, e quelle per dichiarazioni infedeli – cioè presentate ma senza dichiarare tutti i redditi – che sono dal 90% al 180% delle imposte dovute.

MAXI SANZIONI PER LA CEDOLARE SECCA
Le sanzioni per dichiarazioni omesse o infedeli applicate nel caso di cedolare secca sono molto più elevate: dal 240% al 480% (omesse) dal 180% al 360% (infedeli). Nel caso di dichiarazione omessa, in assenza di contratti registrati si assume sempre la tassazione Irpef, quindi la maxi sanzione della cedolare secca per le locazioni sotto i 30 giorni in pratica si applica solo alle dichiarazioni infedeli, dove c’è l’opzione per la tassa al 21% ma un imponibile più basso rispetto a quello accertato. Naturalmente la cedolare secca non è applicabile a case vacanze e bed&breakfast, tassabili solo con Irpef.

ESEMPIO 1 (*)
Anno 2015
Dichiarazione: omessa
Tassazione Irpef
Reddito omesso = 10.000 euro
Irpef dovuta = 2.300 euro
Sanzione per dichiarazione omessa: da 2.760 a 5.520 euro
Totale dovuto: da 5.060 a 7.820 euro

ESEMPIO 2 (*)
Anno 2016
Dichiarazione: infedele
Tassazione Irpef
Reddito omesso = 20.000 euro
Irpef e addizionali dovute = 5.356 euro
Sanzione per dichiarazione infedele: da 4.820 a 9.641 euro
Totale dovuto: da 10.176 a 14.997 euro
Totale dovuto con ravvedimento = 5.677 euro

ESEMPIO 3 (*)
Anno 2017
Dichiarazione: infedele
Tassazione con cedolare secca
Reddito omesso = 20.000 euro
Cedolare secca = 4.200 euro
Sanzione per dichiarazione infedele: da 7.560 a 15.120 euro
Totale dovuto: da 11.760 a 19.320 euro
Totale dovuto con ravvedimento = 4.452 euro

COME REGOLARIZZARE?
Nel caso di omessa dichiarazione, il ravvedimento è escluso e le sanzioni restano elevatissime al 120%-240% (come da esempio 1).
Nel caso invece di dichiarazione presentata ma infedele, anche dopo la contestazione delle imposte evase sembra applicabile il ravvedimento operoso, che consente di ridurre notevolmente (al 6%) le sanzioni, come indicato all’ultimo rigo degli esempi 2 e 3.
La soluzione più efficace è regolarizzare prima di ricevere un accertamento presentando, se necessario, dichiarazioni integrative.

QUAL E’ IL TEMPO DI ACCERTAMENTO?
Il termine ordinario di accertamento è di cinque anni, ma nel caso di omessa dichiarazione diventa di sette anni. In assenza di dichiarazione, è ancora possibile ricevere contestazioni per i redditi 2015, come sta avvenendo oggi per il caso Payoneer-Airbnb.(**)

LORDO O NETTO?
Altre indagini fiscali in corso riguardano il corretto imponibile dichiarato.
Il reddito da locazione breve non ammette deduzioni per gli immobili propri.
Le deduzioni sono permesse solo per le case sublocate o in comodato nel caso di tassazione Irpef, mentre la cedolare secca al 21% va sempre applicata al reddito lordo.
Anche gli host che hanno presentato tutte le dichiarazioni dei redditi possono essere accertati, se hanno dedotto dei costi dal loro reddito senza averne diritto. La possibilità che l’Agenzia delle Entrate sia informata sui redditi che i titolari delle strutture e locazioni ricevono è sempre più elevata, come abbiamo chiarito in questo articolo.

SITUAZIONE EFFETTIVA E RISCHI
C’è una tendenza spontanea degli host ad effettuare deduzioni dai redditi da locazione breve – non ammesse – per le commissioni dei portali e degli intermediari, e per altri costi.
La riduzione della base imponibile è poi diventata una guerra commerciale per alcuni property manager che, oltre a competere riducendo le proprie commissioni, garantiscono grandi risparmi fiscali ai propri clienti proprietari.
Peccato che il Fisco è sempre più informato, come abbiamo visto, sui redditi pagati dalle OTA. Diventa quindi sempre più rischioso non seguire le regole.

Nei casi in cui l’imponibile è stato un po’ “limato”, o se avete “dimenticato” di versare le imposte, prima di rischiare le maxisanzioni è sempre suggeribile regolarizzare la vostra situazione e risparmiare con il ravvedimento.

NOTE:
(*) I calcoli non comprendono gli interessi.
(**) A carico delle due società non risultano irregolarità: le violazioni sono state effettuate dagli host che non hanno dichiarato i loro redditi.

Sergio Lombardi è Dottore Commercialista, docente di Extra Academy e coautore di Extra Book
Per quesiti e segnalazioni, scrivete a:
redazione@extralberghiero.it

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About the author

Sergio Lombardi

Sergio Lombardi, fondatore di Taxbnb e Safexperience, è il Presidente dell'Osservatorio sul Turismo dell'Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma. Sergio è specializzato negli adempimenti fiscali, legali e amministrativi di hotel, strutture extralberghiere, locazioni turistiche, altre forme di alloggio e travel experience, in ​​tutte le forme familiari e imprenditoriali.
Dopo la sua carriera in Ernst&Young, PriceWaterhouseCoopers, Accenture e Deloitte, Sergio contribuisce con i suoi articoli fiscali per i principali quotidiani e periodici turistici e economici italiani, tra cui Ipsoa, Giuffrè, Il Sole 24 Ore e Italia Oggi ed è coautore di Extra Book, la nuova guida definitiva dell'extralberghiero.
Sergio partecipa regolarmente a fiere ed eventi turistici internazionali con i suoi interventi, interpretando le riforme fiscali delle legislazioni turistiche.
Taxbnb, fondata da Sergio e dall'Avv. Mikaela Hillerstrom, è sicuramente in Italia e in Europa una delle poche associazioni fra professionisti dedicate esclusivamente agli aspetti fiscali, legali, tecnici e lavoristici del turismo in ogni sua componente. La missione di Taxbnb è la legalità, quindi centinaia di operatori del turismo sono attualmente supportati da Taxbnb nei loro adempimenti fiscali e legali. I nostri clienti includono associazioni di proprietari e grandi gestori di proprietà internazionali, ma anche piccoli e medi operatori dell'ospitalità e delle esperienze.

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