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Il rimborso delle tasse dopo l’accordo di Airbnb con il Fisco: miraggio o possibilità?

Written by Sergio Lombardi

Analisi della situazione dei contribuenti dopo la mega transazione e procedure di richiesta del rimborso

Dopo le notizie sull’accordo fra Airbnb e l’Agenzia delle Entrate, che prevede per il periodo d’imposta 2017-2021 il pagamento da parte di Airbnb di 576 milioni di euro al Fisco italiano senza rivalsa sui suoi host, gli utenti storici del portale californiano si stanno interrogando se esista una possibilità di rimborso delle imposte (cedolare secca o Irpef) pagate sui redditi da locazione breve ricevuti da Airbnb. E anche alla mail di redazione abbiamo ricevuto diverse domande in questo senso, rispondiamo cumulativamente con questo articolo. Ricordiamo innanzitutto che i 576 milioni di euro sono divisi in 353 milioni di euro per le ritenute dovute e non versate, 174 milioni di sanzioni e 49 milioni di interessi. Un totale di 353 milioni in 5 anni di imposta, significano circa 70 milioni all’anno. Ipotizzando una platea di 400mila host, staremmo parlando di 175 euro a testa.

LA QUESTIONE MORALE

Precisiamo inoltre che la transazione Airbnb per gli anni 2017-2021, che ha indignato gli host “onesti” non rappresenta uno scudo fiscale per chi non ha versato le tasse in quegli anni. Sui singoli contribuenti che hanno evaso le imposte 2017-2021, mentre Airbnb ha dichiarato di non volersi rivalere, viceversa lo Stato Italiano attraverso l’Agenzia delle Entrate ha pieno potere impositivo, di accertamento e di riscossione, e non ci sorprenderemmo se fosse stata fornita una lista di iscritti al portale per i dovuti controlli. Quindi, solo chi ha correttamente versato le tasse è completamente al riparo da accertamenti.

La situazione è evidente dalla tabella seguente: l’accordo firmato da Airbnb ha azzerato solo le pretese del Fisco su Airbnb, ma non verso gli host. I tempi di accertamento e quindi di contestazione delle irregolarità fiscali dipendono dall’anno d’imposta e dalla regolarità delle dichiarazioni presentate.

ISTANZA DI RIMBORSO E TEMPI DI PRESENTAZIONE

In generale, se si ritiene di avere diritto ad un rimborso d’imposta, i tempi entro cui va presentata l’istanza di rimborso sono 48 mesi (4 anni) dal momento del versamento. Questo porta oggi ad escludere le imposte “Airbnb” del 2017 e 2018, pagate entro il 30 novembre 2019, più di quattro anni fa. Restano solo il 2019, 2020 e 2021, ben poca cosa se si considera che due dei tre anni sono stati penalizzati dalla pandemia.

SI TRATTA DI DOPPIA IMPOSIZIONE FISCALE?

Premesso che il termine doppia imposizione non è corretto, perché si applica solo alle situazioni in cui diversi Stati (nazioni) hanno una pretesa sullo stesso reddito, in questo momento la domanda che si pone chi ha versato regolarmente o almeno in parte le imposte per gli anni d’imposta 2017-2021 è se sia possibile richiedere un rimborso delle tasse versate. Giuridicamente la situazione attuale, effetto del recentissimo accordo ma anche degli obblighi generali (DPR 600/1973) e di quelli speciali (DL 50/2017) del sostituto d’imposta, è assolutamente legittima: Airbnb per gli anni contesi (2017-2021) e ancora attualmente è obbligato in solido al versamento delle imposte.

OBBLIGHI DEL SOSTITUTO D’IMPOSTA

Se è evidente che gli obblighi del contribuente in assenza di trattenuta sono:

  • dichiarare annualmente i redditi,
  • versare annualmente le imposte,

gli obblighi del sostituto d’imposta sono:

  • trattenere mensilmente dagli host la ritenuta della cedolare secca al 21%,
  • versare mensilmente le ritenute,
  • emettere la certificazione CU,
  • presentare il modello 770.

Fra i due soggetti c’è una solidarietà: entrambi rispondono in solido per il totale dovuto all’Erario.

DIRITTO AL RIMBORSO

Il diritto al rimborso per un contribuente nasce a seguito di eccessivo versamento o eccessiva ritenuta rispetto alle imposte da lui dovute.
Purtroppo non appare evidente una eccedenza di versamento da parte degli host che hanno versato le imposte sui loro redditi da locazione breve, finché non viene da loro subita anche una ritenuta da parte di Airbnb o da altri intermediari.

LA TRANSAZIONE

Altro elemento che riduce le speranze di rimborso è la natura confidenziale della transazione Airbnb-Agenzia delle Entrate che, come tutti gli accordi col Fisco, è al momento riservata nei suoi dettagli.
Il metodo utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per accertare il reddito movimentato da Airbnb e come conseguenza la sua imposta al 21% non si basa sui dati reddituali effettivi del portale né di nessun singolo operatore, ma su dati aggregati nel bilancio consolidato globale di Airbnb e nei report, nelle note al bilancio e nelle comunicazioni agli azionisti previste nei Paesi in cui ha sede legale la società.
Inoltre, le due parti in contesa dal settembre 2017 (mese in cui fu presentato il primo ricorso al TAR del Lazio da Airbnb) possono aver raggiunto un accordo che prevede la riduzione dell’importo totale versato. Per questi motivi, la corrispondenza contabile fra reddito individuale e totale degli host e le tasse pagate da Airbnb secondo l’accordo col Fisco è ancora meno diretta ed evidente.

Nella attuale situazione, l’esito positivo di una richiesta di rimborso delle “tasse Airbnb” ci apparirebbe abbastanza improbabile, ma essendo la ritenuta sui redditi da locazione materia recente (dal 1° giugno 2017) e la situazione attuale del sostituto d’imposta estero Airbnb completamente nuova, l’esito di un ricorso in commissione tributaria contro il rifiuto di rimborso può essere completamente imprevedibile.

B&B e CAV

Per i titolari di Bed&Breakfast e Case Vacanze che impropriamente hanno utilizzato la cedolare secca, ovviamente non è suggeribile richiedere un rimborso, per non rischiare di ricevere dal Fisco, oltre ad un possibile rifiuto, anche richieste di pagamento delle differenze fra 21% e aliquota Irpef effettiva (fino al 43%).
Ricordiamo infatti che le strutture ricettive extralberghiere non imprenditoriali (tipicamente CaV e B&B), producono quelli che nella dichiarazione Irpef sono classificati come redditi “diversi” e in particolare “redditi da attività commerciali non esercitate abitualmente”, a cui la cedolare secca non è applicabile.
Per maggiori dettagli sulla corretta tassazione dei redditi da locazione turistica e delle strutture extralberghiere, consigliamo la lettura del nostro articolo.

Nel caso invece di B&B e CaV che hanno pagato le tasse con Irpef, la possibilità di presentare istanza di rimborso non è preclusa, ma l’esito è ancora più improbabile che per le LT, non essendo Airbnb tenuta a fare da sostituto di imposta nei loro confronti. Ciò non toglie che Airbnb ha sempre dichiarato di non essere in grado di distinguere tra chi usa la cedolare e chi usa l’Irpef e quindi teoricamente dovrebbe aver pagato per tutti.

CONTROLLI PER LE RICHIESTE DI RIMBORSO

Da prassi, ma anche secondo le norme, l’Amministrazione finanziaria può effettuare controlli fiscali approfonditi su chi presenta istanza di rimborso d’imposta.
Di conseguenza, i soggetti che non sono perfettamente in regola con tutti gli aspetti fiscali, contrattuali e autorizzativi, richiedendo indietro le tasse versate potrebbero avere complicazioni, passività e rischio di sospensione dell’attività, per cui l’ipotesi di richiesta del rimborso va valutata attentamente.

Sergio Lombardi è Presidente dell’Osservatorio sul Turismo dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma, autore di Extra Book e docente di Extra Academy
Per quesiti e segnalazioni, scrivete a:
info@sergiolombardi.net

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About the author

Sergio Lombardi

Sergio Lombardi, fondatore di Taxbnb e Safexperience, è il Presidente dell'Osservatorio sul Turismo dell'Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma. Sergio è specializzato negli adempimenti fiscali, legali e amministrativi di hotel, strutture extralberghiere, locazioni turistiche, altre forme di alloggio e travel experience, in ​​tutte le forme familiari e imprenditoriali.
Dopo la sua carriera in Ernst&Young, PriceWaterhouseCoopers, Accenture e Deloitte, Sergio contribuisce con i suoi articoli fiscali per i principali quotidiani e periodici turistici e economici italiani, tra cui Ipsoa, Giuffrè, Il Sole 24 Ore e Italia Oggi ed è coautore di Extra Book, la nuova guida definitiva dell'extralberghiero.
Sergio partecipa regolarmente a fiere ed eventi turistici internazionali con i suoi interventi, interpretando le riforme fiscali delle legislazioni turistiche.
Taxbnb, fondata da Sergio e dall'Avv. Mikaela Hillerstrom, è sicuramente in Italia e in Europa una delle poche associazioni fra professionisti dedicate esclusivamente agli aspetti fiscali, legali, tecnici e lavoristici del turismo in ogni sua componente. La missione di Taxbnb è la legalità, quindi centinaia di operatori del turismo sono attualmente supportati da Taxbnb nei loro adempimenti fiscali e legali. I nostri clienti includono associazioni di proprietari e grandi gestori di proprietà internazionali, ma anche piccoli e medi operatori dell'ospitalità e delle esperienze.

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